Il cru Lazzarito
Non vi sono fonti certe circa l’origine del nome, che alcuni vorrebbero far risalire alla presenza di un lazzaretto in epoca remota. La denominazione Lazzarito la troviamo comunque già riportata nel catasto del 1610. L’imponente cascina che domina sulle vigne fu proprietà dell’Opera Pia Barolo, come risulta dall’inventario redatto per conto di questa istituzione nel 1859.
Il cru Lazzarito è un grande vigneto di circa 20 giornate piemontesi (meno di 8 ettari). L’altitudine varia tra i 350 e i 400 metri. Il terreno presenta caratteristiche simili alle altre zone della collina, forse è leggermente più sciolto; si possono osservare granuli sabbiosi di colore rossiccio.
Visto dalla borgata I Vei, il Lazzarito si presenta come una bella conca, naturale proseguimento della vigna Delizia del cru Parafacla, con esposizioni che vanno dal sud pieno all’ovest, passando per il sud-ovest. E’ opportuno sottolineare come la parte esposta a ovest sia da tutti ben considerata, poiché la conca che forma la collina è molto ben riparata dal vento.
Il terreno di natura calcarea non consente abbondanti produzioni di uve ma la quaità di queste è indiscutibile. Lazzarito, da sempre, è considerato cru di prima categoria in grado di offrire Baroli di gran pregio, adatti a una lunga conservazione.
(Testi tratti da “Atlante delle vigne di Langa” Slow Food Editore)
Il vigneto Lazzairasco
La parte inferiore del Lazzarito, separata da questo da una stradina di campagna che parte dalla borgata I Vei, è tradizionalmente conosciuta con il nome di Lazzariasco.
Questo piccolo vigneto (meno di 2 ettari), situato a un’altitudine tra i 300 e i 350 metri e dotato di una superficie analoga a quella del Lazzarito, possiede a sua volta elevate caratteristiche qualitative, grazie a una felice esposizione sud/sud-est e a un microclima favorevolissimo per la coltivazione del nebbiolo. Riparato dai venti, protetto dal fronte alto della collina, nel mezzo di una valletta dove d’estate il caldo è soffocante, questo cru concentra in sé le caratteristiche di un buon vigneto da nebbiolo.
Del resto, le numerose testimonianze raccolte tra i vecchi vignaioli della zona sono concordi nell’affermare che al Lazzariasco si è sempre fatto dell’ottimo Barolo e che quel piccolo appezzamento è da sempre considerato eccellente.
(Testi tratti da “Atlante delle vigne di Langa” Slow Food Editore)
Il vigneto Santa Caterina
Una piccola zona posta oltre il Lazzarito in direzione del centro abitato di Serralunga, è chiamata Santa Caterina. Solo una parte di questo vigneto, che prende il nome dalla cascina omonima, è vocata a Nebbiolo e si tratta di quella esposta a sud-ovest.
Le vigne scendono dalla strada provinciale su un terreno abbastanza fresco che tende, quindi, a essere più ricco rispetto alle zone maggiormente soleggiate.
Il pregio di un vigneto di questo genere è quello di poter fornire ottime uve anche nelle annate particolarmente siccitose. La piccola area, di appena 5 giornate piemontesi (meno di 2 ettari), si colloca tra i 390 e i 340 metri di altitudine.
(Testi tratti da “Atlante delle vigne di Langa” Slow Food Editore)